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La grande piena

 

 

A inizio giugno i monsoni sono arrivati abbondanti e hanno causato gravi catastrofi nella regione himalayana. L’area di Kedarnath, uno dei principali luoghi di pellegrinaggio e turismo estivo, ha pagato un pesante tributo di vite umane il cui numero è ancora imprecisato, e forse non sarà mai esattamente determinato, ma che è ben oltre le cinquemila vittime.

 


Al nostro rientro a Varanasi in luglio il fiume aveva già iniziato a salire velocemente, ingrossando sempre più ma dopo il Guru Purnima il livello aumentava quasi un metro al giorno e rapidamente ha raggiunto le mura del centro fin quasi a superarle, mettendoci in allerta. In città le cose sono andate peggio e la zona sud era impraticabile in diversi punti, con strade e abitazioni allagate. Il fiume Varuna, che circonda la parte nord della città da ovest a est, ha esondato e alcune zone sono state sommerse, costringendo i residenti a una fuga precipitosa.

 


Non solo gli umani ma anche gli animali fuggivano dalla furia delle acque e così tutti quelli che avevano le tane sulle rive cercavano rifugio altrove. Era così possibile vedere serpenti, varani, manguste, topi e roditori vari nuotare fino a riva in cerca di ricovero. Alcuni sono entrati anche nell’ashram ma senza arrecare minaccia alcuna.

 


Le acque hanno poi iniziato a ritirarsi molto velocemente ma quando il pericolo sembrava scongiurato, una nuova piena ha investito nuovamente la città, riportando il livello a quello di allerta. Dopo alcuni giorni anche questa nuova minaccia si è placata. Quando la situazione sembrava tornare alla normalità, una terza ondata più violenta ha superato il livello delle precedenti, arrivando a entrare nel piazzale del centro e della scuola, costringendoci a chiuderla per qualche giorno. La cucina è stata trasferita temporaneamente vicino all’entrata.

 


Quest’ultima ondata si è avvicinata al massimo raggiunto nel 1978, sommergendo numerose parti della città e della periferia. Alcuni quartieri sono rimasti isolati e molte delle famiglie dei nostri bambini hanno dovuto riparare sui tetti, sotto la pioggia battente. In questa situazione di estrema emergenza l’ashram ha fornito teli di protezione e cibo a chi ne aveva bisogno.

 


Quando la situazione si stava facendo preoccupante anche per noi, il fiume ha iniziato a defluire. L’ashram è stato risparmiato ma il timore di un allagamento catastrofico è stato molto forte.

 


Nonostante il pericolo, le attività dell’ashram sono continuate normalmente, la scuola apriva quotidianamente, eccetto naturalmente durante l’ultima piena, e l’ospedale non ha mai smesso di prestare i suoi servizi in questa stagione che ha un alto tasso di malattie. I bambini sono molto esposti ma il nostro pronto soccorso ha sempre risposto prontamente alle richieste di aiuto che arrivavano giornalmente.

 


Questa sarà un’annata che molti ricorderanno a lungo.