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Baba Kina Ramji

Baba Kalu Ramji, Baba Kina Ramji, Baba Bija Ramji, Baba Ram Jivan Ramji

 

Baba Kina Ramji nacque attorno all’anno 1600 nel villaggio di Ramghar, Chandauli, Varanasi, da una nobile ma povera famiglia kshatriya. Mansa Devi, la madre, aveva raggiunto la mezz’età senza aver avuto figli ma una notte ebbe un sogno premonitore e presto diede alla luce il primo bimbo. Poco dopo l’inaspettata nascita tre sadhus si presentarono alla casa di Akbar Singh, il padre, per congratularsi del lieto evento. Il più anziano dei tre prese in braccio il bambino e sussurrò al suo orecchio dei Mantra, conferendogli una speciale benedizione.

I tre saggi visitano il neonato

Seguendo le indicazioni astrologiche che predicevano lunga vita e grandezza a patto di essere simbolicamente ceduto a un’altra famiglia, venne dato a un vicino che lo rivendette ai genitori per una piccola somma d’oro, da cui il nome Kina. Il suo nome reale era Rashi, uno dei nomi di Shiva nei testi Vaishnava.

Ricomprato dai genitori (Kina)

Da bambino già mostrava i segni di un’anima superiore. Il costume dell’epoca, specie nelle campagne, voleva che le famiglie stringessero legami matrimoniali durante la tenera età dei figli. Quando ebbe dodici anni i genitori, diventati ormai anziani, pensarono di combinare velocemente il suo matrimonio ma il giorno precedente Egli chiese di mangiare riso e latte, piatto solitamente legato a eventi luttuosi. I genitori rimasero interdetti da una richiesta così infausta e cercarono inutilmente di dissuaderlo ma il mattino seguente arrivò la notizia che la ragazza era improvvisamente morta. Dopo qualche anno anche i genitori di Baba Kina Ramji morirono ed Egli lasciò la casa paterna per seguire la sua ricerca personale. Il primo luogo in cui si fermò fu l’ashram del Maestro Shiva Dasji, un Visnuita con ottima reputazione. Questo Maestro si rese presto conto che quel giovane aveva qualcosa di speciale, e pensò che forse era un Avatar (incarnazione divina). Decise di iniziare il ragazzo e così un giorno lo invitò ad andare al fiume intimandogli di portare gli strumenti cerimoniali. Giunti sulla riva, con la scusa di espletare alcuni bisogni corporali, Shiva Dasji si inoltrò tra i cespugli e acquattato osservò di nascosto il suo discepolo. Con grande stupore vide che il Gange ingrossava e si avvicinava a lambire i piedi di Kina Ramji. Shiva Dasji comprese che il ragazzo era una grande anima. 

Shiva Dasji osserva di nascosto Kina Ramji

Dopo qualche tempo il Maestro rimase vedovo e decise di risposarsi ma la cosa non piacque a Kina Ramji che disse al Guru: “Maharaji, se lei si prende una nuova moglie, Io mi cercherò un altro Maestro.” Stizzito Shiva Dasji lo invitò a fare ciò che diceva. Il giovane Baba, lasciato l’ashram, ritornò a viaggiare e arrivò ad un villaggio dove una vedova lo raggiunse in lacrime dicendo che il giovane e unico figlio era stato ridotto in schiavitù a pagamento di un vecchio debito. Il Baba si recò dallo zamindhar che aveva rapito il ragazzo e ne chiese la liberazione ma questi rifiutò apostrofando malamente il giovane Baba. Kina Ramji allora invitò la rude persona a scavare sotto i suoi piedi e con grande sorpresa un piccolo tesoro comparve, più che sufficiente per estinguere il debito. Il ragazzo venne affrancato e lo zamindar si gettò ai piedi di Kina Ramji implorandone il perdono.

Baba Kina Ramji libera Bija Ram dallo zamindhar

La madre disse che Lui lo aveva liberato e ora ne era il padre; il ragazzo lo avrebbe seguito riconoscente. Vijya, questo era il suo nome, divenne così il primo discepolo di Baba Kina Ramji, ribattezzato Bija Ramji. Continuando nella ricerca arrivarono al monte Girnar dove il Baba si sottopose a lunga sadhana, ricevendo il darshan (incontro, contatto) di Shri Dattatreya e di Baba Kalu Ramji. Questi Maestri, in forma spirituale, lo iniziarono alle pratiche Aghor e gli elargirono diverse perfezioni (Siddhi). In seguito il Baba scrisse che Dattatreya era un Siddheshwar e una combinazione di Shiva-Shakti. Shri Dattatreya è l’essenza della trinità Brahma-Vishnu-Shiva di cui porta tutti gli attributi.

Baba Kina Ramji

Scendendo a Junagarh, ai piedi del monte Girnar, si accamparono fuori dall’abitato e il Baba, prima di ritirarsi in meditazione, inviò il discepolo in città per la questua. Il Nawab (governatore musulmano) della città aveva emanato un’ordinanza per l’arresto di mendicanti e sadhu e il giovane venne così imprigionato. Non vedendolo tornare Kina Ramji usò le sue facoltà e conobbe la sorte toccata a Bija Ram. Si avviò in città e si fece arrestare a sua volta. Centinaia di sadhu e mendicanti, in condizioni miserevoli, erano costretti ai lavori forzati e Baba Kina Ramji venne destinato a manovrare pesanti macine di pietra. Quando fu portato con gli altri forzati dove si trovavano le macine, Egli le colpì con il suo bastone e queste si misero in moto autonomamente. La cosa fu riferita al Nawab che immediatamente corse alla prigione ed invitò il Baba a palazzo, porgendogli i suoi omaggi e doni preziosi. Il Baba pescò tra i regali alcune pietre preziose e dopo averle messe in bocca, le sputò sentenziando che non avevano alcun sapore. Il governatore chiese cosa potesse fare per lui. Il Baba rispose che doveva sopprimere l’ordinanza e che ai sadhu ed ai mendicanti  fosse elargita giornalmente una misura di farina in suo nome. Il Nawab ottemperò le richieste del Baba e venne benedetto con la nascita di un figlio, da lui a lungo atteso. L’usanza di distribuire cibo ai sadhus sopravvisse a Junagarh fino ai tempi moderni.

Baba Kina Ramji colpisce le macine col bastone e le avvia

I due sadhus proseguirono attraversando le paludi del Kutch (attuale Pakistan) e raggiunsero lo Shaktipith di Hinglaj Devi, dove si fermarono. Baba Kina Ramji iniziò la penitenza in onore della Dea e presto una donna iniziò a portare al Baba ottimo cibo. Baba Kina Ramji chiese alla signora di presentarsi. Vedendola esitante lui aggiunse che non avrebbe preso altro cibo senza sapere chi lei fosse. La donna si manifestò nella sua reale forma di Hinglaji Ma e invitò il santo a recarsi nel futuro al Krim Kund a Kashi (Varanasi). In seguito si ritirarono sull’Himalaya per altre pratiche poi, rispondendo all’invito di Hinglaj Devi, si diressero a Kashi (Varanasi). Arrivando al campo crematorio di Harishchandra Ghat, Kina Ramji vide un Aghor, Baba Kalu Ramji, che giocherellava a nutrire alcuni teschi con dei ceci. Baba Kina Ramji riconobbe in quel corpo l’entità spirituale che lo aveva iniziato sul Girnar assieme a Shri Dattatreya. Kalu Ramji disse che era affamato e Kina Ramji pregò il Gange. Immediatamente dei pesci saltarono fuori dal fiume e finirono direttamente su una pira funeraria vicina ad arrostire. Il Gange era in piena e Kalu Ramji indicò un corpo che galleggiava aggiungendo che era un morto. Kina Ramji replicò che quel corpo non era affatto morto e lo chiamò a riva. Svolgendo il corpo dai sudari, emerse un essere vivente che divenne discepolo di Baba Kina Ramji col nome di Ram Jivan Ram. Assieme si avviarono al Krin Kund, dove Kalu Ramji risiedeva. Baba Kalu Ramji e Baba Kina Ramji stabilirono l’Akhand Dhuni, (il fuoco  cerimoniale), mantenuta costantemente accesa fino ad oggi.

Baba Kina Ramji incontra Baba Kalu Ramji a Kashi

Ritornò anche al suo villaggio natale, Ramghar, dove fu celebrato con tutti gli onori e dove scavò un pozzo dalle virtù curative. Attingendo l’acqua da una delle quattro direzioni cardinali si hanno differenti qualità terapeutiche. Anche il Krin Kund ha poteri eccezionali e bagnandosi in particolari date, bambini e donne possono essere curati da diverse malattie. In un’altra occasione, mentre si trovava a Surat, venne a sapere che una piccola folla si era radunata per linciare una vedova che aveva partorito un figlio illegittimo. Il Baba raggiunse il luogo e chiesto il motivo del subbuglio, disse che avrebbero dovuto trovare anche il padre e, dopo averlo legato saldamente alla vedova e a suo figlio, gettarli assieme in mare. Aggiunse che se volevano il Baba avrebbe rivelato il nome del padre visto che si trovava tra i convenuti. Immediatamente la folla si disperse; probabilmente in molti avevano abusato della vedova indifesa.

Baba Kina Ramji salva la vedova dal linciaggio

Numerosi miracoli e prodigi sono attribuiti a Baba Kina Ramji, narrati nelle sue biografie e conservati nei racconti popolari. La sua grande notorietà attirò la curiosità e l’interesse dei potenti dell’epoca, da Shah Jahan, il costruttore del Taj Mahal al feroce  Aurangzeb fino al re di Benares Chait Singh. La sua fu una vita molto lunga e quando giunse il momento di lasciare il corpo egli convocò i discepoli e i devoti impartendo le istruzioni per la sua sepoltura. Chiese la hukka (pipa ad acqua) e successivamente un boato simile a quello un terremoto accompagnò la comparsa di una luce celestiale. Un raggio di luce emerse dalla testa del Baba e si innalzò nel cielo a una velocità straordinaria, scomparendo nelle nuvole accompagnato da armoniose note musicali.

Baba Kina Ramji prende il Samadhi davanti ai discepoli

Baba Kina Ramji è considerato un Aghoreshwar ed è tra i santi più importanti di Benares. La sua fama ed il suo ricordo sono tuttora vibranti e vividi sia tra i ricercatori spirituali che tra la popolazione. Numerose furono le opere scritte dal Baba ma solamente cinque sopravvissero: Viveksar, Unmuniram, Ramgita, Ramrasal e Gitavali. In ricordo del suo primo Maestro, Shiva Dasji, fondò quattro ashram vaishnava a Nayakdih, Marufpur, Parnapur e Mahuar. In onore di Shri Dattratreya e Baba Kalu Ramji istituì quattro maths (monasteri) Aghori: il Krin Kund a Kashi (Varanasi), a Ramghar, il suo villaggio nativo, a Deval (Gazipur) e Hariharpur  (Jaunpur).

Baba Kina Ramji

La vita di Baba Kina Ramji è narrata nel libro Aughar Ram Kina Katha.