Percorso

 

Viaggio nella preistoria

 

La foresta di stromatoliti fossili

 

Abbiamo appreso che il giorno precedente il Gurupurnima la nostra Chandra Maa ha pubblicato un articolo sul Washington Post. Un altro importante riconoscimento per l’alto contenuto del suo lavoro. A lei i nostri migliori auguri affinché possa concretizzare pienamente i suoi progetti, che presto la porteranno nuovamente in India a lavorare con i bambini della scuola Shri Aghoreshwar Gurukul.

 

Dipinti rupestri in Vindhyachal


Trascorso il Gurupurnima, ci viene proposto un sopraluogo nella zona dei monti Vindhya. Avevo sentito parlare dei dipinti rupestri in quest’area e così ho indagato tra alcuni conoscenti, volendo appurare se come luogo potrebbe essere interessante per una gita con i bambini. Amici ci attendono in loco e partiamo in tredici stipati su tre auto. Il percorso di circa novanta chilometri fino a Sonbhadra dura circa due ore. Lungo il percorso incrociamo un elefante e Viviana ne approfitta per percorrere un breve tratto sul dorso dell’animale, un’esperienza che non bisogna mancare.

 

Viviana sull’elefante


L’S.D.M. ci attende con la sua auto e una scorta di polizia e ci invita alla Circuit House per il pranzo. Un professore, ex preside in pensione, ci raggiunge e ci illustra le caratteristiche dell’arte rupestre della provincia, che consta venticinque siti dei circa cento di quest’area nei monti Vindhya. E’ uno studioso di storia antica ed è lo scopritore della maggior parte di questi siti. Alcuni si trovano in aree facilmente agibili, altri nel folto della foresta collinare, raggiungibili solo con ore di cammino. Pioviggina e così si decide di visitare un paio di posti nelle vicinanze, un rilievo con dipinti noto come Panchamuki, dal nome di un tempietto sulla sommità della collina, e un parco fossile poco lontano.

 

Parco delle stromatoliti


Un’altra auto della Polizia di Sonbhadra si unisce al nostro corteo, ormai composto da sei auto, e inserisce la sirena per aprirci la strada tra le lunghe code di camion. Per raggiungere questo parco bisogna percorrere una strada sterrata che si snoda tra villaggi di contadini che accorrono curiosi attirati dall’insolito corteo di auto. Scoperto nella seconda metà dell’ottocento, questo parco è un’area di circa venticinque ettari che racchiude stromatoliti, alghe fossili e organismi risalenti a un miliardo e quattrocento milioni di anni fa, inglobati nella roccia sedimentaria. Queste stromatoliti sono una rarità, studiata a più riprese da team di ricercatori indiani e internazionali.

 

Stromatolite


Le grotte di Panchamukhi ci attendono sulla strada del ritorno. Sono poste su un’altura da cui si domina la pianura sottostante e dove si trova un tempietto indù ristrutturato, con sparsi nelle vicinanze frammenti architettonici in pietra risalenti a epoche anteriori. Nelle rocce alla base sono incisi dei simboli interpretati come uno scritto sconosciuto. Al suo interno alcune statue risalenti forse al primo millennio d.C. e uno Shivalinga con cinque protuberanze sulla sommità, da cui il nome Pancha (cinque) Mukhi (facce) Shiva.

 

Panchamukhi Shiva


I dipinti rupestri in queste grotte sono tra i più antichi e in una di esse sono rappresentati simboli ritenuti una proto-scrittura, risalente a un’epoca antecedente la civiltà Harappana. Il professore ha scritto molti libri e ci invita insistentemente a visitare il suo museo personale, situato in una stanza della sua abitazione. Ha collezionato utensili e armi in pietra ritrovati nelle caverne, e molte stranezze e cimeli riguardanti le tribù che una volta vivevano sui monti Vindhya. Quando rientriamo all’ashram sotto un’acqua scrosciante, è ormai notte.

 

Una scrittura preistorica?


Dopo la concitazione dovuta ai preparativi e allo svolgimento del Gurupurnima, l’ashram ha ripreso le sue attività nella piena normalità. Scuola e ospedale sono subito tornati ai ritmi abituali.

 

Un po’ di compiti


Le iscrizioni alla scuola procedono molto lentamente e numerosi bambini continuano ad arrivare. Bisognerà attendere ancora del tempo per conoscere il numero definitivo degli iscritti. I bambini hanno così tempo per esercitarsi nelle arti plastiche e divertirsi a modellare l’argilla, un gioco che ogni bambino ama, e così si cimentano a creare soggetti vari.

 

Impastare l’argilla


Mani impastate in acqua e creta estraggono forme comuni o fantasiose che una volta seccate, sono dipinte con i colori a tempera. Orgogliosi e soddisfatti, mostreranno scherzosamente i loro lavori una volta terminati.

 


Buoni questi frutti


Il Gange ha ripreso a salire e pare voler eguagliare i record precedenti, speriamo ci ripensi. Nel frattempo è nato un altro vitellino, il secondo quest’anno.

 

Il vitellino